Il caso della piccola Diana, morta di stenti a 18 mesi dopo essere stata abbandonata in casa per una settimana, ha scosso tutta Italia. Chi è Alessia Pifferi, la madre accusata di averla lasciata sola.

Alessia Pifferi è stata arrestata il 21 luglio 2022 ed è finita in carcere con la gravissima accusa di aver causato la morte della figlia di 18 mesi, Diana, abbandonandola in casa per giorni. La piccola sarebbe deceduta in totale solitudine e gli inquirenti hanno ricostruito un quadro agghiacciante dietro la tragedia.

Alessia Pifferi: la biografia

Alessia Pifferi è finita in carcere a San Vittore nel luglio 2022, all’età di 37 anni, perché ritenuta responsabile della morte della figlia Diana, la bimba di 18 mesi morta di stenti nell’appartamento di Milano dove viveva insieme alla mamma.

Secondo quanto ricostruito sulla biografia della donna, sarebbe originaria di Crotone ma residente nel capoluogo lombardo dove si sarebbe consumata la tradegia. Per 6 giorni, stando alla ricostruzione riportata dall’Ansa, Alessia Pifferi avrebbe lasciato da sola la sua bambina per stare con il compagno e, al suo ritorno, per la piccola non ci sarebbe stato nulla da fare.

Alessia Pifferi arrestata per la morte della figlia Diana

Alessia Pifferi è stata arrestata il 21 luglio 2022 ed è stata trasferita nel carcere di San Vittore dopo la morte della figlia Diana. Secondo l’accusa, la donna avrebbe abbandonato la bimba di 18 mesi nel loro appartamento milanese per almeno 6 giorni, senza accudimento, per trascorrere una settimana con il compagno senza preoccuparsi della minore. Accettando il rischio, ha evidenziato la Procura, che la bambina potesse morire.

Dalla sua cella, Alessia Pifferi ha scritto diverse lettere in cui si dipinge come una donna lontana dal “mostro” descritto dai giornali, mentre nella storia sarebbero emersi elementi agghiaccianti. Uno su tutti, il fatto che non si trattasse del primo episodio di abbandono: stando a quanto rilevato in sede di indagine, in altre precedenti occasioni la donna avrebbe lasciato la figlia da sola in casa per dedicarsi ad altro.

Alessia Pifferi è andata a processo davanti alla Corte d’Assise di Milano con l’accusa di omicidio aggravato per aver lasciato morire di stenti sua figlia. Secondo quanto riporta Ansa, citando un commento del suo avvocato Alessia Pontenani all’esito degli accertamenti medici condotti in carcere e di una consulenza di parte, la donna avrebbe il quoziente intellettivo di “una bimba di 7 anni”. “Hanno messo una bambina in mano a una bambina“, ha dichiarato all’agenzia di stampa il legale.

Alessia Pifferi ha una sorella, Viviana Pifferi, che si è scagliata contro di lei e contro il risultato esposto dal difensore della donna presentandosi in tribunale con una maglietta dedicata alla nipotina Diana: “Alessia deve pagare per quello che ha fatto (…) La questione del quoziente intellettivo mi sembra una cosa ridicola, cosa significa? Una persona analfabeta non può crescere un figlio? È una cosa assurda per me. Lei ha 40 anni, per fare certe cose, affittare macchine e trovare uomini, ci arrivava? Lei ha rovinato un’intera famiglia. Ci ha rovinato, fisicamente, moralmente, tutto. Mia nipote deve avere giustizia, senza alcuna scusa”.

A carico di Alessia Pifferi, nell’imputazione la Procura avrebbe contestato anche l’aggravante della premeditazione, inizialmente esclusa nella misura cautelare.

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ultimo aggiornamento: 17 Novembre 2023 20:35


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